Antonio Catania e Rosaria Russo, amore e talento

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Con “Il pasticciere” dello scrittore, sceneggiatore, regista, docente e critico cinematografico Luigi Sardiello, protagonista l’eclettico e duttile attore acese Antonio Catania, ha preso il via a Lecce la XIV edizione del Festival del Cinema Europeo ( 8-13 aprile) diretto da Alberto La Monica e Cristina Soldano. Nel film (che esalta le qualità enogastronomiche pugliesi) – presentato come una “commedia noir” e realizzato con la collaborazione di RAI cinema, il Ministero dei Beni Culturali, dell’Apulia Film Commission e della Regione Basilicata – anche la moglie dell’attore, la siciliana Rosaria Russo. Tra i maggiori fenomeni attoriali cinematografici degli ultimi anni, anche per l’impegno costante in un rilevantissimo numero dei film interpretati, Antonio Catania è uno degli attori di cui il cinema italiano più si è servito (e tuttora si avvale) dalla fine degli anni ’80 ad oggi, soprattutto nel genere della commedia. Abbiamo raggiunto Catania, in questi giorni a Palermo, per chiedergli in anteprima qualcosa su quest’ultima opera e alla moglie Rosaria come vive il set insieme al noto e stimato consorte.

Antonio, tu hai lavorato moltissimo in film corali e spesso sei stato diretto da nomi di spicco del cinema italiano (Salvatores, Scola, Piccioni, Mazzacurati, Zaccaro, Ferrario, Risi…), ma altrettanto sovente hai interpretato film di registi esordienti. Quindi anche stavolta ti ritrovi accanto un regista non proprio conosciutissimo. Vuol dire che i giovani talenti hanno per te un’attenzione particolare o è solo un caso?

Luigi Sardiello è un bravissimo sceneggiatore, io l’ho conosciuto durante il suo primo film “Il piede di Dio”dove mia moglie era protagonista insieme a Solfrizzi, io ho fatto un piccolo cammeo. Credo che un regista cerchi i suoi interpreti tra quelli che reputa più adatti, fino a quando non dovrà subire le scelte dei produttori.

Ci racconti di questo “Pasticciere”? Perché è definito una “commedia noir”? Si ride, ma anche cos’altro…?

E’ un noir che a tratti mostra una leggerezza quasi comica ma il suo aspetto principale è poetico, nello sviluppo di una serie di eventi criminosi per raggiungere un fine. Il Pasticciere è un uomo mite, ha vissuto sempre all’interno del laboratorio, conosce solo le dosi, le misure, la pulizia, la logica inattaccabile delle ricette, e usa queste sue esperienze quando si trova in difficoltà.

Nel film hai a fianco, come coprotagonista, Rosaria Russo, tua moglie nella vita. Ovviamente non è il primo caso di coppie sposate che s’incontrano anche sul set. Questo non t’imbarazza un po’?

Lavorare con una persona con cui dividi la tua vita non è facile! Ci conosciamo troppo, ci vuole sempre un pò di mistero, di sorpresa. Quando c’è troppa confidenza si perdono anche i confini dei ruoli.

E tu, Rosaria, non sei un po’ intimorita dalla presenza d’un marito così affermato e stimato? Lui non s’atteggia mai a “maestro”, oppure al contrario è paziente e prodigo di consigli o ancora… tace?

Rispondo alle tue domande sicuramente non facili… Intimorita dalla presenza di un marito cosi affermato sicuramente no, perché noi c’eravamo già conosciuti 10 anni fa sul set del “Giudice Mastrangelo”, in cui lui affiancava Abatantuono ed io ero al mio primo ruolo da protagonista di puntata, dove ricordo ero più intimorita dal regista che mi aveva affidato una così grossa responsabilità. Non avevo fatto neanche caso agli attori così importanti che avevo vicino…proprio perché mi tremavano le gambe. Adesso provo emozione forte quando ho la possibilità’ di lavorare con attori così bravi e con dei personaggi cosi belli. Riguardo al’atteggiarsi da maestro non è il tipo, perché è un attore che rispetta molto le scene e gli spazi interpretativi degli altri. Certo ci conosciamo nella vita quindi sicuramente sulla scena potrebbe essere tutto più difficile, ma in realtà il fatto che con questo regista abbia debuttato io tanti anni fa nel “Piede di dio” ha fatto si che io – fidandomi ciecamente di Sardiello – sono stata totalmente diretta artisticamente da Luigi senza condizionamenti esterni. Tra me e Luigi si crea sempre una magia strana. Comunichiamo senza parlare, io diciamo che dallo sguardo capisco già cosa vuole. La cosa strana è che, sia nel primo che nel secondo film, quando lui inizia le riprese mi chiede sempre di non provare le scene con l’attore con cui devo recitare, evidentemente per creare quel mistero quel’incertezza che ti regala il cinema. Quando è tutto troppo scontato o chiaro è già li che è finito il grande mistero del cinema. Adesso mi ha proposto il suo terzo film, ma non svelo niente! Incrociano le dita.

Iniziato ieri anche il concorso (10 film in competizione) con il drammatico film russo “Living” di Dalibor Matanic, seguito dal polacco “Loving” di Slawomir Fabicki e ancora in serata “Silent ones” di Ricky Rijneke e il greco “11 meeting with my father” di Nikos Cornilios. Presentato anche il medio metraggio “Vive le rock” di Alessandro Valenti, produttore (tra gli altri) il regista-sceneggiatore pugliese Edoardo Winspeare che ha annunciato l’inizio per il 29 aprile del suo prossimo film. Sempre nella giornata di ieri proiezione del film “Il giorno che verrà” di Simone Salvemini.

Tra gli altri appuntamenti di giorno 9 gli omaggi a Francesca Neri, la retrospettiva dedicata al regista filandese Aki Kaurismaki e a Fernando Di Leo, il regista-scenneggiatore-soggettista scomparso dieci anni fa, che proseguiranno anche oggi insieme alle proiezioni degli altri film in concorso.

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