“Son de mar” di Bigas Luna

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Una tempesta di passioni nel mare del desiderio

Bigas Luna con “Son de mar” (trad. Suono di mare) dice di essere nel suo periodo bianco: «Bianco come luce della verità – precisa – come ricerca di un equilibrio interiore che trae ispirazione dalla parola “desiderio”. Una termine assai semplice, ma che ha la straordinaria capacità di muovere i destini del mondo. Perché è il desiderio – conclude l’autore – a stimolare ogni azione importante della nostra vita». Dunque, ancora passione e sensualità nella singolarissima ricerca di questo autore amato o detestato, osannato o contrastato. Di certo, l’autore che più di ogni altro incarna il furore mediterraneo. Quello dell’estrema passionalità, del sesso vissuto come rito purificatorio, in una visione quasi tribale che vede Eros e Tanatos avvinghiati in un coito mortale. Amore e Morte, insomma.

Presenti più che mai in questo nuovo film, tratto dall’omonimo romanzo dello spagnolo Manuel Vicent, sceneggiato da Rafael Azcona e firmato con molta libertà interpretativa – per stessa ammissione del regista – da Bigas Luna. Un film dove Ulises (Jordi Mollà), insegnante di Lettere in una splendida località costiera del Mediterraneo, si innamora follemente di Martina (Leonor Watling), come stordito dalla sue fresche ondate di sensualità. Perché Martina rappresenta il Mediterraneo: un scrigno d’acqua che può racchiudere, al contempo, tutti i tesori del Bene, ma anche quelli del Male… Ulises e Martina si sposeranno, basando il loro rapporto sulla reciproca attrazione sessuale. Poi Ulises sparirà, forse inghiottito dal mare, per sei lunghi anni, tornando infine alla sua “Penelope”, che credendolo morto aveva finito per sposarsi con un altro uomo: ricco in fatto di denaro, ma povero per carisma e sensualità. Ulises e Martina, nell’arco del loro insolito destino, diverranno amanti dopo esser stati sposi, coltivando clandestinamente e sempre più follemente la loro passione amorosa in vista di un finale in cui il mare, ancora il mare, deciderà le loro sublimi e, assieme, tristissime sorti.

Bigas Luna sta puntando la sua attenzione anche oltre l’orizzonte del cinema convenzionale, quello fruibile nelle sale e negli homevideo. Difatti, come un Cristoforo Colombo del XI secolo, è alla ricerca di nuove “territori cinematografici”. L’ha dichiarato egli stesso proprio durante la conferenza stampa di “Son de mar”, svoltasi al cinema Fiamma di Roma. Dove ha invitato tutti a cliccare su uno dei suoi siti, in: www.bigasluna.com per raggiungere la pagina “Proyectos” (progetti), dove si può trovare un link atto a visionare, solo per il web, uno zip-movie di 2 minuti intitolato “Collar de moscas” (Collana di mosche) girato da lui stesso. Il “corto” in questione è solo il primo di una serie di short-movies che il regista catalano ha intenzione di far circolare in Rete. Un’iniziativa davvero interessante che a mio avviso apre nuove, affascinanti prospettive per l’arte cinematografica del futuro, sia dal punto di vista del linguaggio che in quello dei contenuti.

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