Donne che vogliono tutto, di Rosario Galli

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Finalmente arriva anche a Torino la divertente commedia di Rosario Galli:

dal 10 marzo al 19 maggio Torino, Teatro Gioiello

Per tutte le info vi invitiamo a leggere le recensioni passate.

DA NON PERDERE!!!

RECENSIONI:

LA VOCE DI TUTTI (04.12.2010)

Spettacolo Donne che vogliono tutto al Teatro Dell’Orologio di Ivana Cuzzucoli Al teatro dell’Orologio vanno in scena vizi e difetti delle altalenanti famiglie “moderne”; quelle del XXI secolo, appunto. “Donne che vogliono tutto” spiega già dal titolo la sua intera essenza, tanto da creare spunti di riflessione fin dall’inizio dello spettacolo. Ma non si tratta di uno spettacolo la cui visione porta a introspezioni malinconiche, anzi, si tratta di ridere dal principio alla battuta finale, preservando gli interrogativi esistenziali solo per quando si è già fuori dalla sala. Scene di famiglie “allargate” che continuano ad “allargarsi” sbattono in faccia allo spettatore sotto forma di commedia le più malsane intenzioni di donne determinate a perseguire i loro obiettivi (con tutti i mezzi!) e di uomini inetti, destinati a soccombere ai loro piani letali. La cornice è quella del salotto di casa di Rosario Galli (autore e protagonista) che vive con la compagna (dopo un burrascoso divorzio) sullo stesso pianerottolo del figlio (Gabriele Galli) e che continua a “parlare di Epicuro” mentre gli eventi (ma soprattutto le donne!) hanno in serbo per lui ricchi (e pericolosi) programmi. Anche il passato dei due uomini è segnato da eventi riguardanti le donne che ne hanno cambiato le esistenze, che li hanno resi vittime inermi delle loro stesse debolezze. Ma sono davvero uomini così inetti di fronte a donne così maledettamente disposte a tutto per avere tutto? O sono donne che stimolano gli uomini a superare le loro stesse paure? I personaggi coloriti aiutano a trovare delle risposte (anche se con risvolti tragi-comici) su un finale in cui si cede alle “lusinghe” di Maria de Filippi che offre un successo, seppur effimero, e un riscatto tutto al maschile… Musica, brio, citazioni…insomma non ci si fa mancare proprio niente in questo spettacolo scritto e interpretato da Rosario Galli con Pia Engleberth (la suora della sitcom di Zelig “Belli dentro”), Patricia Vezzuli (volto noto della tv italiana per aver collaborato a fiction come Vivere e Don Matteo), Gabriele Galli (figlio dell’autore) e Danila Stalteri (la Vittoria di Terra ribelle).

IL FOYER

Donne che vogliono ( ed ottengono) tutto e uomini che non riescono a star loro dietro. Questo più o meno il concetto espresso dallo spettacolo di Rosario Galli in scena fino al 19 dicembre al Teatro dell’Orologio. Il protagonista, autore e musicista disoccupato da tempo, ha una compagna, donna in carriera e un figlio avuto da un precedente matrimonio che è muto e comunica solo attraverso versi di canzoni suonati con diversi strumenti musicali. La stanca routine familiare viene però interrotta dall’arrivo di Marta, una vecchia fiamma e di Tina un’intraprendente tassista che porteranno lo scompiglio e molti radicali cambiamenti nella vita di tutti. Il testo lascia trapelare fin troppo che è stato scritto da un uomo. L’autore (che è anche il protagonista della commedia) ci offre l’immagine di queste donne forti, volitive, disposte a tutto pur di ottenere quello che vogliono (un figlio in questo caso), che sovrastano, ineluttabili, i due due uomini della storia, che vivono in un mondo tutto loro fatto di ideali e riflessioni filosofiche, e dipinti come povere vittime sacrificali sull’altare dell’istinto femminile. Marte contro Venere, dunque e Venere che stravince lasciando, per così dire, sul campo, morti e feriti. Su questa eterna lotta dei sessi non si fa che scrivere, piangere e ridere dalla notte dei tempi, da Adamo ed Eva appunto. Nel caso di “Donne che vogliono tutto” si ride e parecchio anche. Lo spettacolo giocato su una comicità leggera ma non troppo diverte con gusto ma lasciando spazio alla riflessione. Con un occhio alla filosofia ed uno alla critica televisiva, la vicenda si dipana in un crescendo rossiniano in cui emergono, esilaranti i battibecchi tra il padre (Rosario Galli) che parla e il figlio (Gabriele Galli) che suona, i duetti del protagonista con la compagna (Pia Engelbert) e l’ex amante (Patricia Vezzulli) e gli interventi della tassista (Danila Stalteri) che ricordano la “coatta” Claudia Gerini in Viaggi di Nozze di Verdone col suo “famolo strano”. Bravi ed affiatati tutti gli interpreti molto apprezzati per il grande spirito e il senso dell’ironia con i quali raccontano vizi e virtù dei loro personaggi. Semplice e funzionale la scenografia di Giovanni Receputi che ben si completa col disegno luci di Mario Feliciangeli creando atmosfere colorate e piacevoli. Apprezzata anche la regia di Luigi Russo che mantiene un ritmo frizzante e dinamico con trovate felici come la scena della notte di fuoco dei personaggi raccontata attraverso un esilarante gioco di ombre cinesi. Lo spettacolo resta in scena fino al 19 dicembre 2010. (Ilda Ippoliti)

AGORANEWS

(30‐11‐2010) ‐ In scena al Teatro dell’Orologio di Roma la pièce di Rosario Galli. Una storia di donne e anche di uomini per mettere alla berlina tic, vizi e virtù dei nostri tempi. Esilarante, divertente, dissacrante, la commedia scritta e interpretata da Rosario Galli, (“Uomini sull’orlo di una crisi di nervi” e “Chi lo ha detto che gli uomini preferiscono le bionde”), mette in scena la tenacia delle donne attraverso un tema molto discusso:avere un figlio a tutti i costi, anche fuori tempo biologico. Ci riescono Marta e Giulia (Pia Engleberth e Patricia Vezzuli). Non importa se il prezzo da pagare è altissimo: litigi, inganni, sotterfugi. Niente è sconosciuto alle donne di Luca (Rosario Galli), musicista attempato, padre di Marco (Gabriele Galli), un ragazzo che comunica unicamente con la musica. Attraverso un testo ricco di dialoghi serrati, momenti di pura ilarità e scene piccanti, Rosario Galli disegna, con leggerezza, il ritratto di uomini vessati da donne autoritarie. Alla ricerca disperata di un coinvolgimento emotivo non ancora vissuto e da provare prima che sia troppo tardi. Riuscirà Luca, che parla di Epicuro, a uscire indenne da una lotta ormai impari? Venite a teatro, avete tempo fino al 19 dicembre. Forse vi rivredete nei personaggi che animano l’ottima scenografia di Giovanni Receputi. In ogni caso il divertimento è assicurato!

MOMENTO SERA

“Donne che vogliono tutto” in scena a Roma. Fino al 19 dicembre, al Teatro dell’Orologio, la nuova commedia di Rosario Galli. Una graffiante riflessione su un forte tema femminile: un figlio ad ogni costo. Un autore/compositore musicale di mezza età e due donne, una giovanissima e l’altra non più, che vogliono assolutamente un figlio. Questi i piccanti ingredienti di “Donne che vogliono tutto”, l’ultima esilarante commedia scritta e interpretata da Rosario Galli, ideatore di testi di successo come “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi” e “Chi lo ha detto che gli uomini preferiscono le bionde”. Il desiderio di paternità, però, non rientra per nulla nelle fantasie di Luca (Rosario Galli), che si sente già pienamente appagato dal primogenito Marco (Gabriele Galli), un adolescente che si esprime esclusivamente usando testi di canzoni famose. Ma Giulia e Marta, rispettivamente la compagna e l’ex fidanzata di Luca, riescono, grazie alla complicità della frizzante Tina (Danila Stalteri), a far cambiare idea all’uomo che ha sposato la filosofia di Epicuro come condizione esistenziale. Quella che Rosario Galli, avvalendosi della direzione di Luigi Russo, sceglie di portare in scena è una storia tutta al femminile, o meglio, una pièce in cui le donne la fanno letteralmente da padrone: indomabili, caparbie e incontentabili Marta e Giulia (Pia Engleberth e Patricia Vezzuli) rappresentano nella realtà le paladine, le sostenitrici del “fare un figlio ad ogni costo”, non importa se da sole o con un compagno, né tanto meno se si è già superata l’età biologica. Di contro ne viene fuori il ritratto di due uomini soli e che si perdono nella filosofia e nella musica come risposta all’autorità femminile. Sulla scena, i cinque protagonisti si muovono come se fossero dei piccoli pupazzi messi all’interno di una stanza coloratissima, e alternano dialoghi serrati e momenti di esilarante comicità a battute sarcastiche che lasciano spazio a riflessioni su temi d’attualità come i recenti tagli alla cultura e allo spettacolo; non mancano inoltre frecciatine mordaci che prendono di mira il mondo dei talent show. Il risultato è una pièce brillante che si prende gioco della realtà e mette alla berlina i vizi e virtù dei nostri tempi.

(Eleonora Siniscalchi)

TEATRO.ORG

…il silenzio che si lascia ascoltare. Forte dei precedenti successi come “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi” e “Chi ha detto che gli uomini preferiscono le bionde” Rosario Galli mette in scena “Donne che vogliono tutto” in qualità di autore e protagonista. Ne affida la regia a Luigi Russo che abilmente, come lui stesso dichiara gestisce i personaggi come “pupazzi che danzano in una scenografia tutta colorata”. Lo spettacolo assume subito i toni di una commedia di ottima fattura al quale inizialmente sembra che si possa rimproverare solo la carenza di un colpo di scena. Quando la stesura è ben pensata come in questo caso però basta desiderarla una svolta ed ecco che la si ottiene. L’ingresso di Marta (Patricia Vezzuli) rapisce l’attenzione di tutti. Non solo dal punto di vista estetico ma per la naturalezza con cui guarda, sorride, diverte e si diverte. Il pubblico inizia ad immedesimarsi nella storia, Il ritmo si accende, diventa sempre più incalzante! Il successivo ingresso di Tina (Danila Staltieri) una “tassinara un po’ burina” porta ancora una nuova scossa alla trama rendendo gli spettatori entusiasti. Decisamente all’altezza, sebbene il compito da portare a termine non fosse facile, anche il resto del cast come Pia Engleberth, che interpreta Giulia, facile da ricordare nei panni della suora sorda in “Belli Dentro”la sit‐com di Zelig ed il giovane Gabriele Galli, temporaneamente muto in scena, abile nell’esprimere i propri concetti servendosi svariati strumenti musicali. Nonostante la comicità dell’opera, non mancano all’interno della stessa critiche al mondo dell’arte e della televisione. Rievocazioni storiche come quelle di Epicuro e, soprattutto nel finale, momenti più profondi che riportano il pubblico alla vita reale; ricordano l’importanza che spesso può avere il silenzio in un mondo fatto di rumori spesso inutili. Semplice ma efficaci le luci (Mario Feliciangeli), la scenografia (Giovanni Receputi) ed i costumi (Nicoletta Sammartano).

(Paolo Ziccardi)

LUNGOTEVERE

Al Teatro dell’Orologio le wonderwomen di Rosario Galli. Roma, 7 dic 2010 ‐ Vogliono proprio tutto, le donne di Rosario Galli. L’universo rosa immaginato e descritto dall’autore di “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi” (successo planetario fin dalla prima edizione del 1994), che all’Orologio va in scena con la regia di Luigi Russo, è un pout pourri di nevrosi modaiole e di cancri culturali: un carnaio di desideri frustrati, vezzi costosi e bisogni posticci. Le donne che “vogliono tutto” sono belve in carriera, macinano ambizioni e capricci con la stessa frenesia, collezionano tutti i luoghi comuni sulla dolce vita, dallo shopping griffatissimo al weekend “total relax” con le amiche; dai fidanzati usa‐e-getta, alle domeniche in bicicletta “perchè un pò di sport ogni tanto ci vuole”. Passando per gli isterismi e gli attacchi di maternità off limits delle super dive dello spettacolo (e non solo). “Una storia di donne con l’ansia di fare tutto, senza tregua, senza respiro” spiega Rosario Galli. Ma anche una storia di uomini: defilati, decompressi, demotivati. A loro modo tattici, imbozzolati come sono in quel prototipo di ragazzo mai cresciuto che si fa comunque i fatti suoi. Una storia, insomma, di equilibri post moderni: complicati, rimescolati, disfatti dall’evoluzione dei ruoli, dall’eredità femminista, dall’estinzione del patriarcato. Guerre personali e familiari raccontate con malizia e ironia, pungendo e criticando senza eccessi di morale. Perché la nuova scienza dei sessi è un sapere imperfetto, un’approssimazione per difetto che tende sempre al macchiettismo, ignorando le eccezioni. Onore all’onestà dell’autore, che ammette di aver raccontato “alcune donne”: un campione scelto per la sua icasticità, per l’ostentazione di un ego ingrassato dal benessere, per l’etica assolutamente discutibile. Ma pur sempre un campione. Da prendere come una spia, un allarme sociale: un fenomeno che il focus teatrale può aiutare a comprendere e, nella migliore delle ipotesi, a correggere.

(Elisa Lorenzini)

SCENARIO

GLI UOMINI NE FAREBBERO A MENO. “Donne che vogliono tutto” , una commedia di Rosario Galli, di scena al teatro dell’Orologio di Roma. Roma‐ Rosario Galli, già autore di “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi” (un “cult” nel suo genere), firma una nuova commedia dal titolo “Donne che vogliono tutto”, in scena al Teatro dell’Orologio di Roma, per la regia di Luigi Russo, e successivamente in tournée. In veste di autore/attore, Rosario Galli interpreta Luca, paroliere e compositore musicale che non riesce ad avere successo. Giulia (Pia Engleberth) è la sua compagna non più giovanissima, fissata con la pulizia e ansiosa di avere un figlio prima che sia troppo tardi. Ma Luca un figlio ce l’ha già, è Marco (Gabriele Galli) che dopo uno strano trauma ha smesso di parlare. I due comunicano attraverso jingle e testi di canzoni famose, in una divertente sarabanda che sembra essere la loro arma contro l’ansietà delle donne che invadono la loro vita. Infatti, gli uomini passano in minoranza quando nell’appartamento di Luca irrompono Marta (Patricia Vezzuli), sua giovane e un po’ squinternata ex ragazza, e Tina (Danila Stalteri), una irriverente taxista. Anche Marta vuole un figlio da Luca, mentre l’uomo, dal canto suo, vorrebbe soltanto scrivere una canzone su Epicuro. La commedia –secondo un collaudato stile di amenità iperbolica, tipico di Galli‐ mette in scena, caricaturandoli ed esasperandoli, i vizi/virtù di quel tipo di donna caparbia e solidale nel momento del bisogno, che soffre della moderna ossessione tutta al femminile di avere un figlio e che è pronta a tutto per raggiungere i propri scopi. Tanto che le tre protagoniste appaiono ad un certo punto della piéce come tre spassosissime fattucchiere che non esitano ad armeggiare con strani intrugli e pillole magiche per ammaliare il malcapitato di turno. Le vittime, quindi, sono uomini di vecchia e nuova generazione: i primi che –senza nostalgia machista‐ abbracciano la filosofia atarassica e si rifugiano nella musica, i secondi che trovano in questa l’unico mezzo di comunicazione, inibiti dalla forza e dalla spregiudicatezza delle donne.Tra siparietti ironicamente piccanti e dialoghi brillanti che non mancano di lanciare frecciatine alla televisione e ai suoi popolari e “popolani” talent show, l’autore ci fa intendere quanto stiano cambiando gli usi e i costumi del Paese e quanto sia ormai necessario ridefinire i tradizionali rapporti reciproci tra uomo e donna. (Cecilia Parola)

PERSINSALA

L’uomo incontra la donna. Ed è subito guerra. In scena al Teatro dell’orologio di Roma uno spettacolo divertente e schietto sulle disfunzioni dei rapporti sentimentali e la difficile comunicazione fra i sessi. Un uomo di mezz’età che somatizza le frustrazioni ma insegue ancora i propri sogni. Una compagna dominante, maniaca della pulizia, ossessionata dalle ex di lui e dall’astinenza sessuale a cui la costringe. Una donna del passato, ninfomane fuori e mistica dentro, che fa irruzione nel presente, inattesa e indesiderata, portando con sé una sconosciuta dai modi schietti e divertentissimi. Un figlio muto e triste che comunica pizzicando note sulle corde di una chitarra. Questi i protagonisti di Donne che vogliono tutto, uno spettacolo dal sapore di sit‐com televisiva che diverte con semplicità, raccontando i rapporti coniugali ed extra, le fissazioni ostentate delle donne, quelle malcelate degli uomini e i piccoli disastri che si realizzano al loro incontro. Una messa in scena travolgente, che non stanca mai, anzi suscita la sana impazienza di sapere come andrà a finire. Le donne sono le protagoniste indiscusse: sesso affatto gentile, figure audaci dai modi forti, pronte a tutto pur di ottenere ciò che vogliono. Si ride moltissimo, talvolta con un pizzico d’amarezza, di fronte ai tic personali e alle patologie relazionali rappresentate senza troppe divagazioni sul palco. Gli uomini appaiono deboli, irretiti nelle maglie del potere femminile, quasi vittime innocenti del complotto di genere che viene loro tessuto intorno. Sembrerebbero loro i perdenti nello scontro finale tra i due sessi, eppure lo spettatore è indotto a guardare con compassione anche le protagoniste femminili. Nelle loro ambizioni monomaniacali, nel loro perseguire la maternità a ogni costo, senza curarsi dell’età biologica, del contesto familiare o affettivo, si nasconde talvolta frustrazione, incapacità di realizzarsi, ossessione di tenere ogni cosa sotto controllo per non soccombere al caos dell’esistere. È dunque la storia più antica del mondo, l’incontro fra uomo e donna e le conseguenze che ne scaturiscono. Ma la modernità con cui lo spettacolo è concepito in tutti i suoi aspetti – linguaggio, scenografia, musiche – gli conferisce il brio e la leggerezza della novità. La recitazione impeccabile del cast, che tiene alta l’attenzione del pubblico con un ritmo sostenuto e mai noioso, contribuisce a fare di questa commedia un piccolo gioiello. (Silvia Ianniello)

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