STELLA di Sylvie Verheyde

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Conflitti di “classe”

Stella Vlaminck, una timida ragazzina di 11 anni, da un momento all’altro, senza aver tempo di ambientarsi, nel ’77 passa dalla semplice e rude atmosfera del Caffè gestito dai genitori e frequentato da operai e sottoproletari ad una prestigiosissima scuola media di Parigi. Un salto mortale carpiato, in fatto di duplice, contemporaneo status sociale, che sconvolge la vita e le abitudini di Stella, portandola prima all’apatia e poi, pian piano, ad un risveglio psico-intellettivo nel felice incontro con la cultura. Questo, in sintesi, è il racconto di formazione che la regista Sylvie Verheyde ci propone nel suo film STELLA (che, fra gli altri, nel nutrito cast della pellicola, vede la partecipazione dell’attore Guillaume Depardieu, recentemente e tragicamente scomparso per una polmonite fulminante). Ma il plot appena descrittovi non può tradurre adeguatamente la scrittura per immagini che l’autrice ha scelto di percorrere. In quanto, differentemente da altre opere ad alto tasso autobiografico, per stessa ammissione della Verheyde, il film trae solo spunto da delle vicende vissute in prima persona, per poi addentrarsi nella rappresentazione emblematica di un periodo, sul finire degli anni 70, in cui molti giovani disagiati si accorsero che il mondo dell’intellettualità non gli era più precluso. E su questo punto, la regista Sylvie Verheyde, presentando il suo film a Roma, all’Ambasciata di Francia, ha insistito davvero molto. In quanto per lei è di primaria importanza stabilire il fatto che in quei lontani anni 70 la parola cultura avesse quel peso specifico che ora pare essersi disperso in campo scolastico e non. Invitandoci implicitamente a un dibattito sulla questione scuola e società, che molto di recente ha investito non solo la Francia, ma come ben sappiamo anche la nostra penisola.

E anche se questa non è la sede adatta per imbastire una tesi su una questione così complessa, è altresì chiaro che lo spettatore di “STELLA” deve essere avvertito di incontrare tale tema come perno del film, armandosi di spirito critico, qualsiasi sia il punto di vista dal quale voglia partire. Più addentro al lato estetico della pellicola, invece, il giudizio che esprimo è di eccessiva leggerezza e delicatezza. Probabilmente dettate dal fatto che il personaggio di Stella, interpretato dalla giovanissima e convincente L’ora Barbara, ha suggerito alla regista di abbassare fortemente i toni più acuti della pellicola, ma con un perdurante e progressivo glissare, che in termini complessivi viene pagato da uno squilibrio tra temi forti e rappresentazione debole.

Curiosità

Il brano Ti amo, cantato da Umberto Tozzi, molto amato dalla regista Sylvie Verheyde, accompagna i momenti più lirici del film.

Filmografia di Sylvie Verheyde

2008 Stella; 2006 Sang froid; 2001 Un amour de femme (film TV); 1997 Un fròre; 1993 Entre Chiens et Loups (corto).

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